Nella comunità scientifica internazionale, ultimamente, sono state sollevate accese discussioni sui limiti dei consumi di sale, dopo che le raccomandazioni attuali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla restrizione dei consumi di sale sono state contestate da uno studio canadese pubblicato da Lancet. Tra le varie posizioni, il Ministero della Salute difende le linee guida dell’Oms.
Lo studio canadese
Nello studio in discussione alcuni ricercatori canadesi della McMaster University sostengono che i limiti di consumo di sale indicati dall’Oms sono troppo bassi (meno di 5 grammi al giorno). Nello studio si sottolinea che i livelli raccomandati dalle linee guida dell’Oms sarebbero addirittura dannosi per molte persone, mentre sarebbero più corretti dei consumi giudicati eccessivi dall’Oms e dalle linee guida attuali per una sana alimentazione di molti Paesi, Italia compresa. Nel nostro Paese i dati più recenti indicano un consumo di sale quotidiano pari a 11 grammi per i maschi e 9 per le donne, oltre il doppio dei livelli raccomandati dall’Oms. ”Probabilmente gli autori dell’articolo ignorano che le linee guida sono state elaborate sulla base di consolidate e vaste evidenze di letteratura scientifica”, scrive il Ministero sul proprio sito.
Le critiche
La rivista è stata immediatamente oggetto di una serie di repliche e critiche da varie fonti, inclusa l’American Heart Association, ”per aver pubblicato un lavoro frutto di una ricerca di scarsa qualità e dalle conclusioni infondate e potenzialmente pericolose per la salute pubblica, potendo causare confusione e incertezze tra i cittadini”.
Tra i commenti all’articolo si segnala la presa di posizione della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) e del Gruppo di lavoro intersocietario per la riduzione del consumo di sale in Italia (GircsI) che hanno espresso e motivato un giudizio negativo sulla qualità dello studio. Il sodio si trova naturalmente in molti alimenti, dal latte (circa 50 mg di sodio per 100 g) alle uova (circa 80 mg/100 g). Ma si trova anche, in quantità molto più elevate, in alimenti trasformati, come pane (circa 250 mg/100 g), salatini (circa 1.500 mg/100 g) o condimenti quali la salsa di soia (circa 7.000 mg/100 g).